A Maranello c'è un luogo segreto. Così segreto che, per renderlo davvero invisibile, l'hanno messo sotto gli occhi di tutti. Basta percorrere una di quelle strade a fondo chiuso che circondano lo stabilimento Ferrari per sbatterci il muso contro. Agli occhi di un osservatore comune, è solo un banale e anonimo capannone dell'hinterland emiliano: una cancellata un po' arrugginita, l'asfalto un po' scrostato. Ma se l'osservatore fosse un collezionista di monoposto Ferrari, saprebbe che quello è il posto dove portare la propria auto da Formula Uno (spesso viene spedita per via aerea, dall'estero) quando arriva il momento di "fare il tagliando". La domanda è legittima: perche fare il tagliando a una F1 quando - ci si immagina - sonnecchierà per il resto della vita in qualche garage dorato di un collezionista più che ricco? Serve. Perche, a volte, il collezionista più che ricco, oltre ad avere un garage dorato, ha anche un circuito privato.
E la tentazione di mettersi al volante della macchina con cui Schumacher - ipotizziamo - ha vinto il Gran Premio di Imola nel 2000 viene a lui, come verrebbe a tutti. Il banale e anonimo capannone è la sede del programma Ferrari F1 Clienti, che assicura (alle macchine) una pensione d'oro fatta di ricoveri a cinque stelle, gare non competitive e costosissime attenzioni meccaniche. Qui si ricondizionano su misura le monoposto di ieri per il piacere del collezionista di domani. Attualmente, al mondo, di vetture di F1 assemblate e pronte all'uso ce ne sono 44. Tutte sono rigorosamente certificate e accompagnate, a garanzia di genuina autenticità, da un libro che ne ripercorre storia e gesta. Ma come si diventa proprietari di una Ferrari di F1? Prima di tutto servono un bel po' di soldi: tra i 700mila e i tre milioni di euro. Il prezzo di ciascuna monoposto, infatti, è deciso dalla casa di Maranello in base a tre variabili: l'anno di costruzione, la fama del pilota, i risultati ottenuti dal telaio in pista. Quindi, al borsino dei collezionisti da F1, l'auto che ha laureato Michael Schumacher campione del mondo nel 2005 vale ben di più di un'altra, magari sbattuta contro i guardrail di Monte Carlo nello stesso anno. Per ogni stagione infatti, la Ferrari produce 7/8 monoposto: di queste, una rimane in azienda, le altre vengono vendute. Non subito. Esaurita la carriera agonistica, una monoposto è sottoposta ad almeno due anni di "embargo": i segreti tecnologici vanno protetti dagli sguardi indiscreti.
Quindi, per acquistare la F1 che Schumacher guidava nel 2006, occorre aspettare almeno la fine del 2008. Diventare proprietario di una Ferrari di F1 comporta anche alcuni doveri: la casa di Maranello ha il diritto di prelazione nel caso si intenda vendere l'auto (la Ferrari deve essere, sempre, avvisata prima) e il contratto di acquisto vieta ogni forma di uso promozionale della macchina: fiere, eventi, inaugurazioni e concorsi d'eleganza sono proibiti. I soci di questo ideale club esclusivo, infatti, si comportano come carbonari. I meccanici al loro servizio lavorano in stanze che paiono fuggite di volta in volta da un'epoca diversa, a seconda dell'auto di cui si stanno occupando. Nonostante la gloria delle vecchie monoposto si esaurisca sotto la bandiera a scacchi dell'ultimo Gran Premio, nel capannone le F1 continuano a vivere, grazie alla meticolosa perizia degli addetti al reparto specializzato. Al suo interno opera un team di 15 tecnici professionisti, che si avvale di volta in volta del supporto estemporaneo di altri meccanici specializzati, che in passato hanno curato sui campi di gara le stesse vetture oggi in mano ai collezionisti. Il riferimento ai consulenti esterni si rende necessario quando l'intervento riguarda i modelli più datati. E nel caso in cui sia andata esaurita una componente, si procede a ricostruirla partendo dai disegni tecnici dell'epoca. Ogni intervento di supporto tecnico non risolvibile attraverso la rete è compiuto direttamente nel reparto Corse Clienti, unica fonte per i pezzi di ricambio: dagli sticker originali degli sponsor ai più sofisticati elementi del motore o della carrozzeria, è tutto disegnato, catalogato e potenzialmente ricostruibile.
Oltre al servizio di vendita e manutenzione, il programma Ferrari F1 Clienti prevede anche l'assistenza diretta sui circuiti (privati o no): una squadra di una decina di tecnici inviata da Maranello può assistere il collezionista nell'accensione del motore (operazione difficile da fare da soli) e durante tutta la giornata di test. Precedute da un invito ufficiale, ci sono poi le manifestazioni organizzate dalla Ferrari sui circuiti di Monza, Spa, Valencia, Nurburgring, Hockenheim. È la Ferrari che pensa a tutto: dal trasporto delle vetture alla logistica nel paddock, dalla benzina alle gomme, dall'area hospitality fino all'albergo. Ogni auto ha a disposizione due meccanici che ne seguono i passaggi difficili, come la procedura di riscaldamento dei motori (circa 30 minuti prima della gara) mentre il pilota, che non necessita di una specifica licenza sportiva, deve solamente stare attento a non imballare il motore in partenza. Al momento dell'acquisto, il cliente può decidere di provvedere privatamente alla manutenzione, purche non intacchi in nessuna maniera l'estetica dell'auto, e gestirne il passeggio veloce su circuiti noleggiati per l'occasione. Come fece un gruppo di collezionisti irlandesi, che un paio di anni fa mise insieme una cordata per acquistare in blocco la ex monoposto di Eddie Irvine, completa di retro-box Ferrari e motorhome originale dell'epoca.
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